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Fabio Capello: “Per vincere servono i campioni. Mourinho a Roma si trova bene”

Fabio Capello suscita sempre grandi ricordi ai tifosi della Roma. L’ex allenatore giallorosso ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano romano “Il Messaggero”. Queste le sue parole:

L’ha sorpresa più la Lazio di Sarri o la Roma di Mourinho?

“La Lazio, certamente. A livello difensivo sono diventati veramente molto bravi e questo non era scontato all’inizio del campionato. Se avete tempo, andatevi a rivedere come difendevano ad agosto e come lo fanno oggi. I calciatori sono sempre gli stessi, i movimenti no. Questo vuol dire che l’allenatore ha lavorato tantissimo sotto questo aspetto e gli va dato grande merito anche se in avanti manca qualcosa rispetto a come le sue squadre ci avevano abituato. Mourinho lo conosciamo, in carriera ha sempre dato importanza alla fase difensiva e anche in questa stagione lo conferma. Una volta che passa in vantaggio, riprenderlo diventa difficilissimo”.

Giovedì i giallorossi saranno impegnati in Europa League. Possono vincere l’Europa League?

“Perché no? Si, possono vincere la coppa perché sono una squadra umile, che non ha fretta. Attenti ad ogni particolare e poi li davanti c’è Dybala, un calciatore straordinario.Ha tecnica, spunti, non ha paura di azzardare la giocata e una capacità di calciare unica. Ogni volta che conclude verso la porta avversaria già sai che non lo ha fatto tanto per farlo, sicuramente sarà un pericolo”.

Allora ha ragione Mourinho, sono i grandi giocatori a fare la differenza.

“Perché c’è qualcuno che ha ancora qualche dubbio? Un conto è avere Batistuta, un altro non averlo. E così è oggi: se hai Osimhen o non lo hai fa tutta la differenza del mondo. Questo senza togliere nulla al lavoro straordinario di Spalletti. Anche l’ultimo mondiale ha detto questo: alla fine vincono i campioni più delle squadre. Se poi queste sono organizzate, tanto meglio”.

Ha letto del botta e risposta tra lo Mourinho Cassano?

“Vuole farmi entrare nelle polemiche? No, io rimango fuori. Leggo, ascolto e mi diverto (ride). Antonio lo conosco bene, l’ho allenato ma conosco bene anche José. E prima di parlare male di lui, ci penserei non una ma più volte. Anche perché deve avvalersi di qualche buon suggeritore, qualcuno che lo aiuta nelle ricerche. Ha fatto un nome (Livaja, ndr) che sinceramente non ricordavo più”.

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