Fischio finale all’olimpico, il tecnico giallorosso José Mourinho ha parlato ai microfoni dei cronisti. Le sue dichiarazioni:
A DAZN
Che vittoria è? Si aspettava un secondo tempo più tranquillo?
“Colpa nostra, era una partita facile da chiudere. Non lo abbiamo fatto e abbiamo aperto la porta alla reazione dell’Udinese. La nostra reazione è stata fortissima, in panchina avevo giocatori per cambiare la partita e non ho scelto male. I ragazzi in campo mi hanno dato una risposta forte. Sembra che ci piaccia attaccare verso la porta sotto la Sud e che vogliamo battere il record di gol negli ultimi minuti, ma qualche volta si possono perdere punti in questo tipo di partite. Quando l’avversario è in difficoltà devi finirlo e non l’abbiamo fatto”.
La sua esultanza con il raccattapalle?
“Ho esultato per il gol che ha chiuso la partita. Con i cambi abbiamo perso organizzazione su palla inattiva e solidità difensiva. Quando segni all’85’ mancano ancora 10 minuti di giocare, quindi non avevo grandi sicurezze dalla difesa. Avremmo potuto chiudere la partita con il terzo gol oppure avremmo sofferto. Dopo il 3-1 mi sono rilassato, era un bambino per fortuna e non un poliziotto (ride, ndr)”.
Avete provato a fare la partita anche nel finale.
“Abbiamo lavorato sulla transizione, l’Udinese ha più gamba di noi ed è più veloce. La soluzione quindi era non perdere il pallone e l’abbiamo fatto bene. Dopo il gol dell’1-0 avremmo dovuto chiudere la partita perché l’avversario era fragile”.
Lukaku-Dybala-Azmoun può essere una soluzione dall’inizio?
“È un po’ sbilanciata solo perché la natura di Dybala e Azmoun non è basata sulla disciplina e sull’organizzazione difensiva. Con loro due puoi perdere equilibrio. Amo Azmoun, ma gli manca qualcosina per essere un giocatore alla Mourinho in fase difensiva. Ha qualità pazzesche. Oggi buona panchina, c’erano anche Belotti e Aouar”.
Cominciano a cambiare gli obiettivi della Roma dopo questi risultati?
“Siamo ancora una squadra con alti e bassi. Se Sanches torna e Smalling rientra forte a gennaio daremo tutto e vedremo”.
Come si può esaltare la gang dei banditi?
“Tu nasci bandito di solito, io sono nato decisamente bandito. Cerco di influenzarli, vediamo se riuscirò a farlo”.
IN CONFERENZA STAMPA
Una squadra fisica come l’Udinese si batte con la qualità. È la chiave della serata?
“È la chiave positiva, poi la chiave negativa è che hai il controllo della partita e devi approfittare della difficoltà dell’avversario dopo il primo gol, ma non l’abbiamo fatto e l’Udinese è rientrata in partita. I friulani sono forti quando perdi i palloni, nel primo tempo non abbiamo perso molti palloni, i quinti hanno fatto bene. È mancata quell’ambizione, per fortuna poi nella ripresa abbiamo avuto una grandissima reazione, la panchina era ricca di soluzione. Tante volte piango perché non ho soluzioni, oggi devo dire che era una panchina ricca. Ho fatto dei cambi, la squadra ha risposto molto bene. Nel secondo gol c’è tanta qualità, ma anche poca organizzazione. Dico sempre che il calcio caotico crea problemi all’avversario, ma anche a livello tecnico. Abbiamo fatto i cambi e trovato stabilità per 10 minuti, è una vittoria importante e se non avessimo vinto sarebbe stato molto frustrante. Per noi è fondamentale perché squadre vicino a noi hanno perso punti e se non sbaglio l’Italia sta pure vincendo la Coppa Davis, complimenti”.
Pellegrini? La qualità dalla panchina dà tante soluzioni, potrebbe essere qualche idea?
“Mi dispiace tantissimo che Kristensen e Azmoun non possono giocare in Europa League perché in Europa c’è spazio per provare e per fare cose diverse dalla Serie A. Per Azmoun non c’è tanto spazio per giocare titolare quando ci sono Dybala e Lukaku, è dura. Ma oggi avevo tante soluzioni, l’unica debolezza era dietro perché siamo pochi. Ma quando siamo tutti o quasi tutti abbiamo la possibilità di fare quello che abbiamo fatto oggi, mi sono sentito a mio agio nella difficoltà di poter cambiare la squadra”.
Come mai non si riesce a chiudere definitivamente una partita?
“Siamo noi con le nostre qualità e i nostri difetti. Magari abbiamo il coraggio, l’atteggiamento, la capacità di assumere rischi e di ribaltare tante partite come abbiamo fatto in questi due anni e mezzo. È una qualità legata anche ai tifosi. Ho allenato 6-7 squadre e quando la squadra è in difficoltà i tifosi vanno a casa o fischiano, mentre qui la gente non va a casa e ti sostiene. Questo crea un clima negli ultimi 10-15 minuti che aiuta la squadra a fare quello che fa spesso. Oggi lo abbiamo fatto di nuovo prendendo due punti extra molto importanti”.
Prima del gol di Mancini, il difensore è venuto da lei. Gli ha detto qualcosa?
“È venuto da me perché aveva bisogno di antidolorifici. Aveva un dolore e lui conosce il suo corpo: non è muscolare ma tendine, non è adduttore ma tendine. Mancini gioca anche con una gamba sola fino alla fine, ha anche segnato e gli ho detto solo di restare lì perché non ho un altro giocatore”.