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L’ipnosi collettiva è finita: ormai l’era di Mourinho è al capolinea

Potrebbe essere davvero l’inizio della fine. Perché se è vero che la gente giallorossa anche mercoledì sera si è stretta intorno al suo principale condottiero, è anche vero che alla fine i fischi sono stati sonori. Per tutti e anche per lui, per José Mourinho, che fino ad oggi era uscito sempre ‘immacolato’ dallo stadio Olimpico. E ieri, tra l’altro per la prima volta da tre anni a questa parte è diventato di tendenza l’hashtag #mourinhoout. Insomma, il derby potrebbe aver lasciato degli strascichi definitivi. La proprietà giallorossa ha già fatto sapere che per parlare del rinnovo del contratto di Mourinho aspetta di valutare i risultati. La dead line dovrebbe essere metà febbraio, il playoff di Europa League in tal senso può essere indicativo. In quel momento i Friedkin vorranno capire in che posizione si troverà la Roma in campionato. E, ovviamente, vedere se la Roma sarà in grado di andare ancora avanti in Europa. Ma, è ovvio, anche Mou non aspetterà oltre, dopo aver teso la mano già più volte ai Friedkin. C ’è da scrivere anche il futuro di Romelu Lukaku . Legato, ovviamente, a doppio filo alla possibilità che la Roma entri nella prossima Champions , senza cui la Roma non sarebbe mai in grado di spendere i 43 milioni di euro che il Chelsea ha già ufficializzato come prezzo di cessione. Ma quale Lukaku, poi? Quello visto anche mercoledì nel derby è un giocatore stanco, affaticato, mai in grado di cambiare volto alla partita. Di certo c’è che quando quest’anno sono arrivati i top match, Big Rom ha quasi sempre bucato. È evidente, dunque, come lo stesso Lukaku abbia bisogno di riposare un po’. Del resto il centravanti belga non ha saltato mai una partita per scelta tecnica. Ma di occasioni per poter far riposare Lukaku non ce ne sono, vista la necessità di far gol e vincere. 

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