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Mourinho: “Domani Ibanez e altri dieci. È intoccabile, non c’è storia. Il nostro mercato non sta giocando: gioco con quelli che ho”

Queste le dichiarazioni di José Mourinho in conferenza stampa alla vigilia di Sassuolo-Roma.

Che reazione si attende dai giocatori domani? Volpato giocherà al posto di Pellegrini? Ha rinunciato al mondiale per lasciare la porta aperta all’Italia.
“L’unico giocatore che confermo che giocherà domani è Ibanez. La squadra di domani è Ibanez e altri 10. Volpato: è una questione personale, non di società. Io come allenatore mi rifiuterei di infilarmi in una situazione di questo tipo, quello che ho capito è che questo è l’inizio della sua carriera, che sta crescendo con la Roma, giocando i suoi primi minuti consecutivi, non come l’anno scorso in cui ha giocato una partita contro il Verona e poi non più. Ora è a quattro partite di fila, in un processo di crescita nel quale si deve concentrare nella costruzione del suo futuro e non deve pensare a questa decisione, magari qualcuno vuole accelerare un processo che non deve essere accelerato. La reazione che mi aspetto dalla squadra è quella di sempre quando perdiamo una partita, è una squadra di gente buona, che soffre quando perde, sappiamo che siamo una squadra che ogni volta che perdiamo un giocatore, che siamo in difficoltà, che fatichiamo a trovare soluzioni ma che alla fine arriva sempre qualcosa. Mi aspetto una partita molto difficile, contro una squadra molto difficile che l’anno scorso ci ha regalato due partite molto difficili e che ha più talento rispetto all’anno scorso. Mi aspetto tutto lo sforzo possibile per tornare a sorridere, cosa che non facciamo da due giorni”.

Torniamo su Ibanez.
“Non c’è niente da tornare. Domani Ibanez più dieci. Al di là della domanda, la risposta è questa. Rispetto per chi, dal giorno del mio arrivo a oggi, dà tutto quello che ha. L’anno scorso c’è stato un periodo in cui l’unico difensore centrale era lui, quest’anno siamo andati a Siviglia e quando l’ho visto la mattina pensavo fosse impossibile che giocasse. Quando vinciamo, vinciamo tutti, quando perdiamo, perdiamo tutti: è intoccabile, non c’è storia. Non bisogna leggere stampa e social media, al di là del mio Instagram dove metto cazzate non leggo niente. Al di là di questo lui è intoccabile”.

La Roma è andata meglio in trasferta. Si è dato una spiegazione di questo?
“In casa ci sono state tre partite in cui non abbiamo segnato. Napoli, Atalanta e Lazio. Posso piangere anche io, gli altri allenatori piangono, piangono e piangono: sono tre partite senza il nostro giocatore più creativo, con più gol, con più palle inattive, con più mobilità, che può aprire il blocco compatto e basso degli avversari. L’Atalanta ha giocato così. Della Lazio neanche parliamo, è stato un esempio fantastico di quello che è giocare in un modo che se gioco io così mi uccidono, ma l’importante è vincere e io vinto tante partite nella mia carriera giocando così. Per noi, quando manca quel giocatore lì è difficile. Il Napoli è diverso, ha fatto una partita contro di noi cercando di vincere, difende molto bene, ha difensori bravi e abbiamo comunque avuto le nostre possibilità. Se guardi l’ultima partita nostra, se non sbaglio, abbiamo giocato con la stessa squadra dello scorso anno, in generale, con Mady nella posizione di Mkhitaryan. Questo significa che il bel mercatino che noi abbiamo fatto, con tanto sforzo, dedizione, sacrificio, bel lavoro da parte del direttore, non sta giocando. Il nostro uomo fondamentale, devo piangere anche io, non gioca da quante partite? Non ha giocato nessuna di queste grandi partite. Contro l’Inter ha fatto gol e abbiamo vinto, contro la Juventus ha fatto assist e abbiamo pareggiato. Poi c’è Lorenzo, che è più multifunzionale, ma che ha questa luce che si accende. Gioca troppo, troppi minuti, è in difficoltà, ogni tanto è un giocatore con qualche fragilità muscolare che qualche volta gli arriva lì. Non è che ogni partita sta al 100%, poi facciamo le nostre partite che quando segniamo è molto difficile perdere, perché è una squadra con solidarietà e omogeneità, tolto il disastro di Udine. Coi punti presi stiamo con gli stessi di 15 gare dell’anno scorso, che significa che se facciamo punti col Sassuolo o col Torino, vuol dire che possiamo avere due punti, un punto, quattro, sei punti in più dell’anno scorso. Sto già pensando alla quindicesima partita. Con tutte queste difficoltà facciamo il nostro lavoro e cerchiamo di combattere i nostri problemi, ma. non possiamo nascondere di averne”.

È soddisfatto dell’evoluzione dei singoli dopo Tirana? Se analizziamo il loro rendimento sono in tanti sotto il loro livello.
“Non sono totalmente d’accordo. Penso che Mancini stia meglio quest’anno dello scorso anno. Molto più equilibrato, controllato, tre soli cartellini gialli. Penso che Ibanez, al di là di questo episodio di questa partita stia molto equilibrato. C’è una cosa che per me ha un’influenza, noi abbiamo perso tre centrocampisti, tre. Tutti loro si possono definire titolari: Mkhitaryan, Veretout e Sergio Oliveira. Wijnaldum non ha giocato una partita, e così ne abbiamo solo due. Dei due, uno è un ragazzo che è arrivato l’ultimo giorno, che cresce a poco a poco, ma la dinamica di squadra, collettiva, la sta ancora cercando, sebbene stia migliorando. L’altro è Nemanja, che non è venuto per giocare insieme a Cristante ma che si trova a farlo. Purtroppo abbiamo avuto dei problemi inaspettati, anche l’anno scorso. Quando Spinazzola si fa male all’europeo abbiamo dovuto avere una reazione inaspettata, siamo dovuti andare in una direzione che non volevamo nel mercato. Sto piangendo tanto e non mi piace piangere tanto. Mi piace dire che i problemi hanno aperto la porta a Volpato, a Zalewski, progressivamente a Bove, vi dico già che presto Tahirovic gioca e lo fa da titolare perché sta crescendo tanto da quando si allena con noi. Vediamo le cose in modo positivo. Mancano due partite alla sosta, vediamo i punti che possiamo fare e la classifica che avremo alla sosta, anche se non è metà di campionato. Per non allontanarmi dalla domanda: c’è gente da cui mi aspettavo di più, sì. Non posso nascondermi e dire che sono soddisfatto dall’evoluzione o involuzione di qualche giocatore. Posso nascondermi non dicendo chi sono, come allenatore devo parlare dei calciatori individualmente. Karsdorp è tornato due minuti dopo essere andato negli spogliatoi, non sai se ha preso il ghiaccio, se non è il ginocchio è l’adduttore o ha la febbre, lui ha tanti di questi problemi. Dopo due minuti era in panchina, non l’ho visto come un brutto atteggiamento. Quello che potevo dire è che questo per me non è un problema. Il problema che vedo che si può o che si doveva migliorare è l’accettazione di una sfida diversa da quella dell’anno scorso, la crescita nella mentalità, nella responsabilità, nell’ambizione, non essere soddisfatti di aver raggiunto questo livello qui e di essere contenti di cercare di andare oltre. A questo livello, e non parliamo di Karsdorp, sì. Se fossi stato soddisfatto della mia carriera nel 2010… e magari avevo dei motivi per esserlo per quello che avevo raggiunto. Penso che per i giocatori sia lo stesso, i giocatori devono esigere di più fino all’ultimo giorno”.

Sta pensando a un cambio di modulo? Se Cristante e Matic non sono una coppia, perché è uscito Camara?
“Buona domanda. Perché non c’era Wijnaldum e non c’era Mkhitaryan, giochi con quelli che hai. Non siamo tanti e siamo un tipo di società che quando ha dei problemi nella rosa ha più difficoltà. Semplicemente questo. Il modulo non lo faccio io, lo fanno i giocatori con le loro caratteristiche”.

Abraham sembra più assente, meno nel vivo del gioco.
“Può essere una buona domanda per lui. Lui è la persona ideale per rispondere. Non lo so. Devi aspettare che venga lui in conferenza stampa”.

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