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Roma, il silenzio dei Friedkin vale più di mille parole

La Roma è attesa domani dalla semifinale di andata di Europa League contro il Bayer Leverkusen, però si parla più del futuro di Mourinho che della gara.

Lo Special One è legato da contratto fino a giugno 2024. Mou ha dalla sua parte la stragrande maggioranza della tifoseria giallorossa, ma i suoi datori di lavoro sono i Friedkin, che continuano a ragionare come hanno fatto dal primo minuto in cui sono sbarcati a Roma: non parlano.

Dan e Ryan Friedkin hanno visto quello che Mourinho è stato capace di fare: la conquista della Conference League e uno stadio sempre pieno di spettatori e di entusiasmo. Altrettanto chiara, però, è la strada che la Roma deve percorrere per tenere fede all’accordo con la Uefa per rientrare nei parametri del Financial Fair Play. La campagna acquisti va finanziata con cessioni o extra profitti. Per questo è così importante qualificarsi per la Champions e attingere agli introiti che può dare solo la competizione più importanti. È logico che i piani di sviluppo dipendano anche dai risultati. E Dybala, Matic, Wijnaldum, Belotti e Aouar, tutti a parametro zero, sono stati rinforzi veri e che gratificano il lavoro di Tiago Pinto.

Mou ha ragione nel chiedere una rosa più competitiva. I Friedkin hanno ragione a ragionare da proprietari e non da tifosi. Due ragioni, però, non sempre trovano un punto di contatto. Quello per il 2024 è ancora da trovare. Se Mou volesse andare via a tutti i costi non sarà trattenuto, però è probabile, che chi lo vuole debba pagare per liberarlo.

Il presente parla del recupero di Dybala e Wijnaldum: nessuno dei due ha i 90′ nelle gambe. Abraham favorito su Belotti, Cristante costretto a fare il difensore. Ieri operato Kumbulla per la ricostruzione del legamento crociato anteriore del ginocchio destro.

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