Il tecnico giallorosso ha presentato il big match dell’Olimpico: “Non siamo gli ultimi arrivati, troppo rispetto ti porta a perdere. Problema di testa con le grandi? Sarebbe offensivo pensarlo verso i miei giocatori. Renato Sanches e Smalling saranno molto importanti”
Roma-Inter è alle porte e Daniele De Rossi sa che per la sua squadra si tratta del primo grande esame dopo le tre vittorie nelle prime tre partite affrontate sulla panchina giallorossa. Una sfida importante, contro una squadra fortissima e lanciata verso lo scudetto, che può rappresentare un vero punto di svolta nella stagione del club capitolino. Di seguito la conferenza stampa:
SULLA PARTITA
Servirà il coraggio che devono avere i giocatori forti e noi siamo pieni di giocatori forti. Serve intelligenza e conoscenza, ogni squadra del mondo è battibile. Lo è anche l’Inter. Ora si alza il livello rispetto alle prime tre gare. Cambia la preparazione, affrontiamo una squadra abituata a tenere il dominio del gioco, ma ci saranno anche momenti in cui possono soffrire. Siamo consapevoli di poter fare una grande partita, così come della forza del nostro avversario.
SU LUKAKU
Cerco di scindere l’aspetto emotivo da quello calcistico. Devo parlare al cuore dei giocatori, a me basterebbe che facesse la stessa partita fatta col Cagliari. Mi è piaciuto tantissimo lunedì. Un po’ di emozione la saprà gestire, non ha più 20 anni.
SUI RISULTATI NEGATIVI CON LE BIG
La casualità non esiste. Mi stai chiedendo di commentare scontri diretti che non ho preparato io. Poi ci sono dei numeri che parlano. Vediamo come andiamo domani e se ci saranno ancora queste problematiche. Quando giochi contro squadre forti ci sta perdere o faticare. Inter, Milan e Juve sono tanto forti. Per quanto riguarda noi sto cercando di far partire un percorso che non so quanto durerà, ma devono capire che siamo una squadra forte. Problema di approccio? C’è chi ha giocato col Manchester, chi ha vinto un Europeo, chi la Coppa America, sarebbe offensivo dire che i nostri giocatori hanno problema di testa contro le grandi. Negli scontri diretti è un braccio di ferro, ma la testa dei giocatori non è un problema sennò non avrebbero ottenuto certi risultati.
SUI RICORDI CON L’INTER
Ci siamo giocati scudetti e Coppe Italia con loro ma, a parte qualche coppa Italia e Supercoppa, sono stati sempre loro i più bravi. Mi dispiace che la Roma quest’anno abbia già giocato due volte a San Siro perché lo considero lo stadio più emozionante, dopo il nostro. Sarà una sfida altrettanto bella quanto quelle di quegli anni lì.
SU SMALLING E RENATO SANCHES
Renato Sanches è un elemento fondamentale come tutti gli altri. Si stanno rimpicciolendo le distanze fisiche tra loro e il resto dei compagni. Si allenano con noi e fanno poi un lavoro supplementare. Non li ho visti ancora tanto sul campo ma, da quel che poco che ho visto, saranno importanti per noi.
SUL RISPETTO VERSO L’INTER
Domani dovremo avere rispetto ma anche un po’ di spocchia e spavalderia. Non siamo gli ultimi arrivati, se porti troppo rispetto hai paura e se hai paura poi perdi. Ci saranno dei momenti in cui soffriremo domani perché sono forti. Sapere che ciò che accadrà è da persone maturi, accettarlo significa perdere. Dobbiamo convincerci di poter vincere perché è vero. In un campionato intero sono più forti ma nella partita singola si possono battere.
SU EL SHAARAWY
Lo conosco da tanto, sta avendo un’evoluzione mentale importante. Prima era buono, leggerino, mi arrabbiavo a morte ma ora è diventato un giocatore vero. Anche quando vedevo la Roma da tifoso, avevo la sensazione potesse fare male in ogni momento. Bravo anche Zalewski quando è entrato contro il Cagliari, a lui tengo tanto. Sono contento degli esterni alti a sinistra. Se giocherà? Ora vuoi troppo. Ogni partita richiede una sua strategia. Se ti dico se gioca o non gioca capisci la formazione.
SU SCELTE E SOLUZIONI ANCHE IN VISTA DEL FEYENOORD
Siamo concentrati su domani, non sul Feyenoord. Giocheremo con la squadra che io penso sia migliore per l’Inter. Non faremo rotazione in base alla gara successiva. Si possono fare dei ragionamenti anche in base a chi è fuori lista e non potrà giocare in coppa ma non faremo ragiomamenti tattici in previsione della coppa.
SUL TEMA DEL PREDESTINATO
Ho letto questi articoli anche due anni fa. Poi dopo la SPAL in pochi continuavano a dirlo e ho trovato molte porte chiuse, giustamente. Un po’ per caso, mi sono trovato nel posto dove vorrei fare l’allenatore per tutta la vita. Il fatto che io sia qui può essere una casualità ma anche un segnale importante. Sicuramente conosco meglio questo ambiente piuttosto che quello dello scorso anno, a questi livelli sono più a mio agio che in contesti sulla carta inferiori. Ora penso solo a godermi questa avventura giorno dopo giorno.